sabato, novembre 29, 2008

LA SAZIETA': MECCANISMI DI REGOLAZIONE

Il perfetto funzionamento psico-fisico dell’organismo permette di gestire e regolare il peso corporeo. Il corpo deve, infatti, bilanciare attentamente il giusto apporto di calorie e dei diversi tipi di sostanze nutritive al fine di mantenere un equilibrio pressoché perfetto.
In questo senso, la fame e la sazietà rappresentano due fortissimi impulsi regolatori nel comportamento alimentare. Ora, siccome per quanto riguarda la sensazione di fame sembrano non esserci problemi nella maggior parte della popolazione, mi sembra opportuno approfondire il concetto di sazietà.
Si tratta dei meccanismi che risultano coinvolti nella cessazione dell’atto di mangiare (meglio definiti come “cascata della sazietà”).
Primo fra tutti va citato il potere saziante del cibo, ossia la capacità che il cibo stesso ha di eliminare il desiderio di continuare a mangiare. Esistono in generale alimenti “statisticamente più sazianti” di altri (soprattutto gli alimenti ricchi di grassi) , ma direi che gli individui soggettivamente imparano che certi cibi sono più o meno sazianti e questo diventa spesso un fattore di influenza sulle scelte alimentari.
Un altro processo che conduce alla sazietà è l’effetto sensoriale del cibo: favorisce l’interruzione del mangiare il fatto di avere a disposizione cibi con caratteristiche sensoriali simili a quelli appena assunti. Ecco il successo di tante “mono-diete” (es. dieta della banana, dieta della patata, dieta del minestrone…) per cui si arriva a portare una persona a preferire di non mangiare piuttosto che continuare con una dieta mono-alimentare! Questo effetto è, secondo me, una delle tante meraviglie nell’autoregolazione alimentare: cosa poteva esserci di meglio, in natura, per indurre l’uomo a promuovere una dieta nutrizionalmente variata?
Un’altra categoria di fattori che incidono sul senso di sazietà sono tutti quelli che vengono definiti processi post-ingestione. Aumentano la sazietà la maggiore dilatazione gastrica, il maggior tempo di svuotamento dello stomaco (i cibi grassi sono gli ultimi che abbandonano quest’organo), la maggiore o minore stimolazione di recettori lungo il tratto intestinale, ecc..
Un’ultima componente che va citata riguarda poi l’effetto post-assorbimento degli alimenti. Si tratta degli effetti del cibo una volta che questo è assorbito dai villi intestinali ed immesso (sotto forma di sostanze semplici) del circolo sanguigno. La quantità di sostanze come glucosio ed amminoacidi nel sangue determina fortemente la sensazione di ricerca/abbandono del cibo. Avere una glicemia (quantità di zuccheri nel sangue) bassa significa essere in emergenza energetica e quindi, fisiologicamente, la sazietà lascia il posto al senso di appetito prima e di fame vera poi.
Recentemente un’attenzione particolare si sta rivolgendo ad una sostanza che sembra agire fortemente su fame-sazietà-peso corporeo: la leptina. Si tratta di una sorta di informatrice continua che in ogni istante informa il cervello sulla quantità di grasso presente nell’organismo. Il grasso diminuisce? La leptina blocca il senso di sazietà e spinge a nutrirsi. Quasi avessimo una spia interna che non lascia scampo in caso di guerra al sovrappeso!
Fortunatamente, però, gli studi compiuti sia a livello di meccanismi biochimici sia a livello di comportamento alimentare, lasciano ampio margine di lavoro in chi fortemente desidera modificare il proprio stile alimentare in particolare e di vita in senso più ampio.

IL CIOCCOLATO: TANTE VIRTU' DA SCOPRIRE


Tante le virtù del cioccolato! Si parla addirittura di proprietà curative di questo meraviglioso oro nero.
Recentemente i ricercatori dell’Università dell’Aquila hanno scoperto che 100g al dì di cioccolata fondente, da gustare per 15 giorni consecutivi, abbasserebbero la pressione e migliorerebbero il metabolismo degli zuccheri.
Gli effetti curativi riscontrati sarebbero da imputare ai flavonoli, composti con proprietà antiossidanti e protettive sui vasi sanguigni ed il cuore, ed alla biodisponibilità di ossido nitrico che agisce su pressione e metabolismo.
Una curiosità: il consumo di cioccolato in gravidanza favorirebbe la serenità a la vivacità del nascituro. Alcuni ricercatori dell’Università di Helsinki hanno coinvolto 300 donne in attesa e le hanno seguite durante la gestazione: è emerso che i figli delle mamme più golose di cioccolata erano non solo più sereni, ma anche più attivi rispetto agli altri. Molto probabilmente ciò è dovuto sia all’effetto (chimico) anti-stress del cioccolato sia all’ effetto psicologico (mi riferisco al benessere e all’ appagamento di fronte ad una barretta di cioccolata...).
Mangiare cioccolata poi, può servire a combattere alcuni tipi di tumori intestinali. Le procianidrine (molecole contenute nel cacao) proteggono le cellule da degenerazioni tumorali. Secondo il Daily Express gli scienziati della Georgetown University di Washington hanno condotto una serie di test con una versione sintetica delle procianidrine (le GECGC): dai risultati è emerso che hanno un effetto positivo su quattro tumori, in particolare in due varietà di cancro all’intestino, dove la sostanza è riuscita a rallentare del 50% la crescita tumorale.
Naturalmente il consumo di cioccolato va ben ponderato perché a fronte dei benefici, il costo in ordine di calorie introdotte è molto elevato. A chi introduce cioccolato nella dieta consiglio qualche piccola rinuncia per mantenere in equilibrio l’introito energetico giornaliero.