martedì, dicembre 11, 2007

La Mela anticancro

“Does an apple a day keep the oncologyst away?”(ossia “può una mela al giorno togliere l’oncologo di torno?”): è il titolo di una ricerca internazionale pubblicata su Annals of Oncology da ricercatori dell’Istituto Mario Negri, del CRO di Aviano, dell’Istituto Tumori di Genova, del Pascale di Napoli, del Regina Elena di Roma e dell’Agenzia per la ricerca sul cancro di Lione.
Ed è proprio così; chi l’avrebbe detto che una ricerca scientifica pubblicata su una rivista internazionale negli anni Duemila confermasse in pieno l’antico proverbio, frutto di una saggezza popolare?
Certo che…magari Adamo ed Eva non sarebbero proprio d’accordo con noi, visti i guai che la mela causò nel paradiso terrestre…! Invece, questo frutto, è una miniera di polifenoli (in particolare le procianidrine), antiradicali liberi con una spiccata azione anti-invecchiamento ed anti-aterosclerosi. Gli studi hanno confermato che la mela, tra i frutti coltivati, contiene la più grande quantità di polifenoli (da 212 a 66mg/100g a seconda della varietà) con un record per le renette (dal francese reinette che significa reginetta).
Spiega Mario Cristofolini, presidente della Lilt di Trento, che le ultime ricerche riguardano il comportamento di cellule di numerosi tumori umani, dall’adenoma al cancro del colon, quello del fegato, la leucemia, il melanoma. Lo sviluppo delle cellule tumorali in coltura viene ridotto rispettivamente di circa il 40-60% aggiungendo mela con la buccia, del 30-40% solo con la polpa.
Non solo, lo studio firmato anche da Carlo La Vecchia ed Eva Negri dell’Istituto Mario Negri di Milano, ha rivelato che il rischio di tumore nei “mangiatori di mele” risulta ridotto del 21% per il cancro del cavo orale, del 25% per cancro esofageo, del 20% per il cancro del colon retto, del 18% per il cancro alla mammella, del 15% per quello ovarico e del 9% per quello alla prostata.
In generale, comunque, si stima che dal 20 al 40% dei tumori del tratto digerente sia associabile al basso consumo di frutta e verdura. Basterebbe aggiungere 1 sola porzione di frutta/verdura al giorno per ridurre del 10-20% il rischio relativo di insorgenza tumorale.
Ma, a parte le ultime notizie, le virtù gastronomiche e terapeutiche della mela sono note. E’ un tonico muscolare, fortificante del sistema nervoso, lassativo, diuretico, antireumatico, antisettico intestinale, indicato agli astienici, agli obesi, agli anziani, ai sedentari. Inoltre, se masticata a lungo, allevia l’aerofagia.
Utile, poi, in corso di dieta dimagrante: mantenendo alto per diversi minuti il tasso glicemico e contenendo una buona dose di pectina (fibra solubile) provoca un senso da sazietà maggiore di altri alimenti contenenti le stesse quantità di zuccheri.
Un’ultima curiosità: tra le tante lodi che si fanno a questo frutto, una recente e simpatica secondo cui tra i componenti della mela c’è anche un principio ormonale simil estrogeno, vero afrodisiaco naturale che agisce sull’ipotalamo dopo alcuni minuti da che il frutto è stato ingerito…

Le Noci

LE NOCI, PROTEGGENDO L’ENDOTELIO, CONTRASTANO LA MALATTIA CORONARICA. AZIONE PREVENTIVA PER L’OSTEOPOROSI.
Molto gradevole, leggermente piccante, delicata: ecco la noce, il frutto oleoso più energetico d’Europa (662 kcal/100g), il più ricco –allo stato secco – di grassi (63,7g) e tra i meno ricchi di proteine. Buona, quindi ma non solo per il palato.
Recenti studi epidemiologici stanno dimostrando sempre più le sue numerose virtù: tra le altre, la capacità protettiva sull’endotelio (tessuto sottile del vaso sanguigno) e la possibilità preventiva sull’osteoporosi (il “silenzioso nemico” delle donne). La ricerca nasce in Grecia, precisamente al Dipartimento di Chimica Biologica dell’Università di Atene dove si è valutato il ruolo delle noci sulla funzione endoteliale e su quella delle ossa (lavoro pubblicato ad Ottobre sulla rivista scientifica British Journal of Nutrition).
Parlare di endotelio sano significa parlare di vasi sanguigni sani: basti pensare che la disfunzione endoteliale è spesso associata a disturbi delle arterie coronarie (i vasi del cuore che come una “corona” lo nutrono e gli assicurano ossigeno) e di conseguenza una delle principali cause di cardiopatia ischemica.
Dallo studio greco spicca in particolare un estratto della noce comune, l’acido ellagico.Questo componente polifenolico sembra in grado di giocare un ruolo positivo sia sulle cellule endoteliali dell’Aorta sia sugli osteoblasti, vere e proprie cellule di costruzione dell’osso.
Per verificare se le noci possono rendere reversibili le disfunzioni endoteliali si sono considerati soggetti con ipercolesterolemia che hanno effettuato per un mese una dieta mediterranea a basso contenuto di colesterolo ed una dieta simile dove le noci sostituivano il 32% di energia proveniente da acidi monoinsaturi (quelli presenti soprattutto nell’olio d’oliva). Nei soggetti che completarono lo studio, la dieta con noci migliorava significativamente sia la vasodilatazione endotelio-correlata che la riduzione delle molecole per l’adesività delle cellule vascolari.
Ma attenzione! Ho parlato di sostituzione di una parte di energia (per es. proveniente dall’olio d’oliva) con l’inserimento di qualche noce (3-4)! Non vorrei proprio che l’articolo in questione diventi per qualche goloso la “coscienziosa” giustificazione per un peccato di gola…
Le noci, quindi, se mangiate regolarmente e con criterio, possono avere un effetto preventivo sulla patologia coronarica (CAD) anche per la grande capacità di abbassare la colesterolemia totale ed LDL in particolare.
Pertanto questa “variante con le noci” della dieta mediterranea (che già da sé garantisce buoni apporti in antiossidanti naturali) può favorire la vasodilatazione nei soggetti ipercolesterolemici e questo forse è il meccanismo della cardio protezione attribuita alle noci.