sabato, marzo 10, 2007

DOLCIFICANTI ARTIFICIALI

Nasce nel 1879 il primo prodotto di sintesi ad alto potere dolcificante: la saccarina.
Da allora una serie di composti sintetici si fa strada per le preparazioni di prodotti a ridotto contenuto calorico.
Contrariamente agli zuccheri naturali, questi composti dall’intenso gusto dolce hanno un valore nutrizionale trascurabile; il loro potere dolcificante varia da 30 a 500 volte quello del saccarosio, mentre il loro potere calorico è quasi nullo.
Esistono in commercio due categorie di sostituti dello zucchero: gli edulcoranti intensivi ed i polioli.
Per edulcoranti intensivi si intendono le sostanze a più alto potere dolcificante. In Italia, tra i più utilizzati troviamo: l’acesulfame K (E950), l’aspartame (E951), il ciclammato (E952) e la saccarina (E 954). Questi sono presenti sia nei cosiddetti “edulcoranti da tavola”(compresse, bustine, polvere o gocce) che nella maggior parte dei prodotti “light” o “diet”(gomme da masticare, caramelle, bevande analcoliche, yogurt, marmellate, ecc).
Ma ...un po’ di amaro in bocca lo lasciano comunque… Come per la maggior parte degli additivi alimentari (perché di questo si tratta), l’abuso può provocare danni all’organismo. In anni recenti sono sorti accesi dibattiti per via dei presunti effetti collaterali e danni che provocherebbero alla salute..
L’aspartame, fra tutti il più controverso; viene “costruito” in laboratorio con 3 diverse molecole (acido aspartico, fenilalanina, alcol metilico) che, per motivi ignoti, legate assieme hanno un gusto dolcissimo. Le accuse riguardano chiaramente l’alcol metilico anche se, valutando la Dose Giornaliera Ammessa (DGA: quantità che si può assumere quotidianamente senza rischio per la salute) risulta molto difficile una potenziale tossicità. Certa è la nocività della fenilalanina per i soggetti affetti da fenilchetonuria (rara malattia metabolica).
Sospetti di cancerogenicità sono stati avanzati poi per saccarina e ciclammato, ma solo in relazione a dosi massicce, effettivamente “impossibili” da raggiungere per l’uomo.
In effetti, nell’adulto il rischio di superare la DGA esiste solo se si considera la possibilità di usufruire quantitativamente in modo improprio di diversi alimenti edulcorati artificialmente (gomme + caramelle + bustine + bevande ipocaloriche + farmaci).
I polioli, invece, vengono definiti agenti dolcificanti “ di sostituzione”; in Italia tra i più utilizzati troviamo: il sorbitolo, il maltitolo, il mannitolo, l’isomalto e lo xilitolo. Questi hanno un potere dolcificante medio, ma un contenuto energetico non trascurabile: circa 2,4 kcal/g contro 4 kcal/g dello zucchero. Unico “effetto” indesiderato in caso di eccesso è quello… lassativo (attenzione quindi ai bambini golosi di caramelle..!).
Per concludere, vera ed unica indicazione di divieto mi sento di poterla segnalare per i bambini al di sotto dei 3 anni e per le donne in gravidanza/allattamento.

IL METODO DOCEO

Il “Metodo Doceo” non promette sette chili in sette giorni.
Non pretende di cambiare la forma del corpo.
Non misura i risultati in centimetri in meno.
Non garantisce il dimagrimenti mangiando quanto si vuole.
Non offre, insomma soluzioni miracolose ai problemi di sovrappeso.

Così, mi è stato presentato il nuovo programma dimagrimento Doceo qualche tempo fa. A quel punto, quindi, sapevo benissimo cosa non facesse…ma, volevo capire in che modo potesse essere utile alle persone con problemi di peso. Ho cominciato così a studiarlo, a cercare di capire come si potesse utilizzare un metodo nuovo, originale nell’ambito della dietologia scientifica più tradizionale.
Dopo le prime esperienze con i “pazienti-doceo” ho cominciato così a trarre le prime conclusioni.
Innanzi tutto va detto che è un metodo nuovo, originale e…perché no, anche divertente!
Il tradizionale rapporto a due (specialista-paziente) si allarga e diventa un rapporto a tre (specialista- calorimetro-paziente). Sempre assicurata la costante supervisione ed il continuo supporto dello specialista (che sempre durante il programma accompagnerà il corretto dimagrimento), il paziente gestisce più autonomamente la propria alimentazione rispetto alle diete tradizionali. Solo dopo aver ricevuto importanti e fondamentali indicazioni di base sulla ripartizione dei nutrienti e la distribuzione degli alimenti nell’arco della giornata e della settimana, il paziente decide liberamente cosa mangiare e bere in base al gusto, all’occasione, alle possibilità organizzative e pratiche della giornata. D’altra parte, il calorimetro (una sorta di pratico palmare assegnato in comodato) memorizza, come in un diario personale, la storia alimentare di ogni giornata del programma previsto: conteggia le calorie assunte, valuta le eventuali calorie residue da poter aggiungere al giorno successivo, indica le percentuali di proteine, grassi e carboidrati, segnala costantemente gli appuntamenti dei controlli peso. Un approccio così “particolare” consente di ottenere due importanti risultati. Da un lato offre una precisa nozione quantitativa e qualitativa dell’alimentazione (quante calorie, quante proteine, grassi, carboidrati ha assunto il paziente) indispensabile per lo specialista che può verificare “dal vivo” l’adesione alla dieta, i momenti più critici e le perdite di controllo. Dall’altro, fornisce al paziente quell’indispensabile nozione cognitiva su cui tanto insiste la moderna psicologia dell’alimentazione (CONCETTO DI AUTOMONITORAGGIO) come possibile chiave di volta delle dietologia tradizionale.
Ogni programma Doceo per la regolazione del peso prevede inoltre, un approfondito check up del metabolismo energetico tramite l’esecuzione di una Calorimetria Indiretta (in grado di fornire precisi dati sul Metabolismo Basale e sul Quoziente Respiratorio) e di una Dexa Total Body (valutazione antropometrica della composizione corporea). Esami sicuramente complessi ed importanti, ma che riducono al minimo la possibilità di incorrere in errori di valutazione per quando riguarda le calorie giornaliere assegnate al paziente.
Ad oggi possiamo già vantare un gruppo consistente di “pazienti-doceo” che continuano ad imparare a gestire la propria alimentazione attraverso il monitoraggio ed i costanti controlli che regolarmente vengono effettuati. Ogni incontro è uno scambio di informazioni continuo tra paziente, specialista e calorimetro, è un rinnovato entusiasmo per le nozioni apprese ed una meritata soddisfazione per i chili persi.